What’s happened?
Si è svolta ieri la prima giornata dell’” X Forum-Quale Energia?” che ha visto la partecipazione di istituzioni, imprese e mondo della ricerca coinvolte sui temi dell’energia e della sostenibilità. L’Italia, infatti, nel 2018 ha un obiettivo importante: presentare all’Ue un piano per ridurre le emissioni di anidride carbonica con obiettivi al 2030 e visione al 2050, rispettando così i principi dell’accordo di Parigi. Legambiente ha condotto una ricerca e ha spiegato perché il piano SEN non è sufficiente per il raggiungimento degli obiettivi stimati.
Nello specifico…
La ricerca si focalizza sulla necessità di investire il prima possibile nelle fonti rinnovabili e di abbandonare il carbone e i settori che dovrebbero maggiormente essere interessati d questi cambiamenti sono: l’edilizia, i trasporti, l’industria e l’agricoltura.
In Italia quando parliamo di energie rinnovabili parliamo principalmente di eolico (inteso non solo come installazione di nuovi impianti ma nche come rinnovo di quelli attuali) e di solare; tuttavia per raggiungere gli obiettivi previsti dalla Sen per il 2030 il sistema italiano dovrebbe almeno raddoppiare la potenza installata dell’eolico e triplicare quello del solare (da una produzione annua di 350 MW a 3.000).
I trasporti sono uno dei settori che hanno più potenziale di crescita su questo terreno sviluppando la sharing economy, investendo in sistemi di Tpl, incrementando la mobilità tramite metro e tram nonché aumentando l’installazione di colonnine per l’autoricarica delle auto elettriche.
Per quanto riguarda il trasporto pesante, implementare l’utilizzo di bio-metano e di gas liquefatto si rivelerà fondamentale.
L’industria è ovviamente il settore più coinvolto dalla tematica della decarbonizzazione. Anche nel settore edile è importante spingere sull’acceleratore le energie rinnovabili, l’autoproduzione e la riduzione dei consumi termici negli edifici.
Questo piano di decarbonizzazione potrebbe portare, secondo gli studi di Legambiente, ad una riduzione dell’utilizzo dei combustibili fossili di 49 Mtep/anno dal 2030. In termini economici vi è un guadagno di 20,4 miliardi€/anno per la riduzione nell’acquisto di petrolio, gas e carbone da un lato e dall’altro lato un aumento dei costi dovuti alla riduzione delle entrate fiscali quali le accise sulle commodities. Al netto vi è perciò un margine di guadagno di 5,5 miliardi€/anno.
Le occasioni sono quindi molteplici, non solo in termini di guadagni economici per il sistema Italia, ma anche di nuove opportunità lavorative che si potranno aprire (si stima oltre 2,7 unità lavorative).
Per farlo è necessario però investire con forza in un processo di riduzione di emissione di CO2 e di sviluppo delle energie rinnovabili già dal 2018.